Gli anelli della vita

Foto Giampaolo. Abitava in Piazza San Francesco e, vista la giovanissima età, non eravamo ancora in grado di instaurare vere amicizie. Tutti erano amici di tutti, ma lui era diverso, specialmente quando, rigorosamente con la mano sinistra, impugnava un lapis e disegnava. Ha raggiunto il suo obiettivo diventando un famoso pittore. Da anni sono suo cliente e quando ci incontriamo in Via Fillungo, davanti ad un caffè, ricordiamo spesso, ridendoci sopra, la nostra bella Piazza.

Foto Franco. Ai tempi del "pratino" abitava con sua sorella Franca (il mio primo amore totalmente platonico) in Via Santa Croce. La nostra amicizia è andata avanti per tutti gli anni del "tempo delle mele". Dopo un lunghissimo periodo nel quale ci siamo letteralmente persi di vista, da un pò di tempo, anche se raramente, ci siamo rivisti. E' ingegnere e lavora come perito tecnico nell'ambiente delle Assicurazioni.

Foto Giulio. E' sempre stato più irrequieto di me. Abitava in Via della Zecca, non aveva grande voglia di studiare ma gli piaceva molto "fare a botte" con chiunque, anche con quelli più grandi e grossi. Attualmente fa l'infermiere ed è salito alla ribalta della cronaca cittadina per aver fatto una puntura sbagliata, senza alcuna responsabilità, causando la morte della paziente, per fortuna, molto, molto anziana. Ci siamo incontrati poche volte.

Foto Francesco. L'amico con il quale abbiamo fatto le prime vere "amicizie" femminili ed il primo con il quale mi era consentito uscire dopo cena. Abitava in Piazza San Giovanni. Aveva la passione della musica e studiava al Conservatorio. Un altro artista. Alle festine, quando c'era un pianoforte, lui suonava ed io cantavo. Praticamente eravamo un perfetto duo da "piano bar". Come pianista è diventato famoso e, da anni, lavora all'Accademia musicale di Livorno. Quando va bene, ci incontriamo una volta l'anno.

Foto Luciano. Gli ultimi tre anni da studente li ho passati con lui. Abitava sulla Via vecchia Pisana e abbiamo studiato sempre insieme preparando l'esame di stato nella sua roulotte parcheggiata in un campeggio a Torre del Lago. Non so chi era più bravo ma ricordo che, nella nostra classe, eravamo noi due ad andare alle gite premio. Dopo essersi laureato in "agraria" adesso è un mezzo Direttore del settore "mutui agrari" del Monte dei Paschi ed abita a Siena. Quando mi sono sposato è stato il mio testimone.

Foto Marco. L'ultimo e forse l'unico vero amico. Insieme a lui abbiamo passato gli ultimi anni da "giovanotti" prima di sposarci a un mese esatto di distanza l'uno dall'altro. Prima del matrimonio (ma anche dopo) ne abbiamo combinate veramente di tutti i colori. Ha una memoria superba e quando parliamo delle nostre "prodezze", non perde occasione per ricordarmi eventi che ho dimenticato da tempo. Dopo aver lavorato dall'età di diciassette anni alle Poste, adesso è in pensione. Ci vediamo spesso.

Sono sempre stato curioso di sapere cosa sia un sogno e perchè sognamo. Nel periodo giovanile durante il quale leggevo "Topolino" vista l'opportunità di fare "qualsiasi domanda" a Mike Bongiorno, ad insaputa dei miei genitori presi carta e penna e feci la mia richiesta. La risposta non si fece attendere ma il bambino che era in me capì molto poco e non fu soddisfatto. Anche oggi non sono troppo dispiaciuto di ricordare solo una piccolissima parte dei sogni notturni per il semplice motivo che non sempre sono gradevoli e quasi mai, almeno per quanto mi riguarda, fanno riferimento ad una realtà virtuale pienamente desiderata. Se sviluppata ad un buon livello, la fantasia "cosciente" è superiore a quella "involontaria" e almeno nei primi due o tre lustri di vita è un importante fattore di sviluppo che però cerco ancora di mantenere ben attiva. Senza fantasia il bambino che non ha giocattoli diventerebbe un rompi coglioni, senza fantasia il ragazzino di Piazza San Francesco non avrebbe saputo cosa fare a giornate e senza fantasia il giovanottino privato del motorino sarebbe caduto in depressione. Considerate le condizioni economiche presenti nell'immediato dopoguerra, il far lavorare il cervello era una necessità vitale. Con l'utilizzo di questa funzione, sia ad occhi chiusi che ben aperti, ho cavalcato sogni irraggiungibili cogliendo (virtualmente) quei fiori che non sarebbero mai potuti nascere a portata della mia mano. Sono certo che, come una medicina, la fantasia stia alla mente come il cibo al fisico.

Foto La cameretta: uno spazio tutto mio, solo mio dove poter fare quello che mi pare. Un vero piccolo spazio "personale" l'ho avuto solo verso i quindici anni e dopo mille volte che l'avevo immaginato quando entravo in casa. Troppo tardi per cancellare il ricordo della sua mancanza.

Foto L'automobilina a pedali l'avevano in pochissimi; si potevano contare sulle dita di una sola mano. Con la mia, che pulivo tutti i giorni, ho praticamente girato tutta la città e buona parte delle Mura. Peccato che sia sempre stato un sogno, per l'esattezza il primo vero utilizzo della fantasia cosciente.

Foto L'unico giornalino che adoravo era Nembo Kid (in seguito chiamato Superman). Leggevo tutto in pochi minuti e poi... via alla fantasia. Quante volte, davanti ai ragazzini più grandi e prepotenti immaginavo di essere Clark Kent, mi cambiavo in un attimo, tornavo di fronte al rivale e, dopo averlo preso per il collo e sollevato di peso con una sola mano gli dicevo: "Ehi amico, hai qualcosa in contrario se adesso si fa come dico io?"

Foto Il mio sogno blu. Non avevo neanche la bicicletta ma sognavo gìà in grande. Ricordo curve e controcurve, ripide salite e folli discese ma, anche sforzandomi, non mi sembra di aver mai impennato. In queste fantasie da svegli non avrei mai fatto apparire un vigile e quindi, o non mi è mai venuto in mente oppure ero già rispettoso delle regole!

Foto Senza arrivare alla mitica Fiat Abarth 1000 Nuerburgring mi sarei accontentato di cambiare la mia bicicletta con una "normalissima" Fiat Abarth 850Tc come quella in fotografia. Rigorosamente bianca, sospensioni abbassate, cofano motore sollevato, strumentazione nera Jager e un rumore sibilante... L'ho guidata per almeno centomila chilometri! Con quest'oggetto la mia fantasia ha raggiunto livelli da professionista.