Stavamo trascorrendo gli ultimi giorni di dicembre in Austria e precisamente a Seefeld. Il fratello di Caterina, insieme alla moglie, appena rientrati dalla loro luna di miele, avevano deciso di passare il Capodanno con noi portandoci in quel paesino che conoscevano bene. L'albergo ci serviva solo per dormire e quindi, la sera, frequentavamo i numerosi e caratteristici ristoranti della zona. Quella volta eravamo proprio in un locale del “centro” e, subito dopo il caffè, me ne andai fuori a fumare una sigaretta. Per caso, solo per caso, mi accorsi che, quasi invisibile, a non più di due metri dalla porta del ristorante si era formata una grande lastra di ghiaccio. La evitai con attenzione e accesi la mia sigaretta. Dopo pochi minuti uscirono tre coppie austriache che avevamo avuto come vicini di tavolo. Erano affabili e simpatici. Immediatamente feci loro presente il pericolo e, dopo avermi ringraziato, se ne andarono lungo muro evitando quel passaggio ghiacciato. Poco prima che finissi di fumare, aprirono la porta due ragazzotti palesemente ubriachi. Uno di loro, guardandomi, disse qualcosa sugli italiani che proprio non sembrava un complimento e l'altro, sorrise compiacente. Voi li avreste avvisati che facendo ancora un metro avrebbero avuto un problema? Io no. Infatti dopo due secondi volarono per aria come due ferri da stiro e quello più antipatico e sfottente, come avrebbe detto Dante, “cadde come corpo morto cade”. Prese una culata disumana e, nonostante l'aiuto dell'altro ubriaco, non riusciva a rimettersi in piedi. Mentre alcuni camerieri uscivano in aiuto io, quatto quatto, rientrai al tavolo. Vedemmo arrivare l'ambulanza. Spero che non si sia fatto molto male ma, se si fosse fatto solo un po' male... un pochino, solo un pochino ci godrei. La foto l'ho scattata appena dopo che l'ambulanza era ripartita verso il vicino ospedale.
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