Per imparare il mestiere di programmatore sono stato alcuni mesi a Milano. Il problema di quasi tutti i partecipanti era come passare la serata. Alle cene partecipava sempre uno di Cremona che, personalmente, avevo proprio sulle palle. Quando dicevo che mi piacevano le automobili lui sosteneva di guidare meglio di chiunque altro. Se qualcuno affermava di essere amante della cucina lui interveniva dicendo di essere un cuoco perfetto. Non esisteva un solo argomento dove, a parole, lui non ne sapesse più degli altri. Una sera dissi che sopportavo benissimo la grappa e, come previsto, lui disse che ne poteva bere più di chiunque altro. La sfida fu lanciata. Partendo dal Ristorante lui ed io avremmo dovuto fermarci a tutti i bar incontrati e bere una grappina. Il conto finale lo avrebbe sostenuto chi avesse abbandonato la sfida. Da Via Montenapoleone a Piazza San Babila, al Duomo e poi dietro verso il teatro della Scala ci saremo fermati venti o trenta volte! Noi due restavamo fuori del bar ed uno degli altri (sempre il solito) entrava ed usciva con due bicchierini di grappa che noi ingoiavamo in un secondo per spostarci poi al bar successivo. Improvvisamente quel "cretino" iniziò a vomitare come una fontana, si accasciò su uno scalino e tra forti dolori di pancia abbandonò la sfida. Entrammo in una farmacia che fortunatamente era aperta e con l'aiuto del dottore tutto finì senza il temuto ricovero all'ospedale. Il giorno seguente lui non fu presente alla lezione perchè ufficialmente "malato". Il trucco era semplice. Il compare che entrava nei bar usciva con due bicchierini uguali ma, quello che dava a me, era pieno d'acqua. Pisciai tutta la notte.
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