Appuntamento alle 7,50 nel parcheggio dell'obitorio comunale. Per i diversamente giovani come noi non è una scelta eccellente, ma finché non ci arriveremo (portati) in orizzontale può anche andare bene. In macchina con me salgono Licheri Piergiorgio, Bartolomei Roberto, Simi Aldo e Giorgi Ilio. Appena arriva La Smart di Montanari Maurizio, con a bordo Vannucchi Giorgio, si parte per la Certosa di Calci dove ci attendono Lucchesi Orazio e Bianucci Alberto. Fatti duecento metri, arrivati allo stadio di Lucca, ci accorgiamo che la Smart non è più dietro di noi o forse è talmente piccola che non la vediamo! Si prosegue comunque e, dopo una trentina di minuti, parcheggiamo in un piazzale non asfaltato in prossimità dell'ingresso principale della Certosa. Con la calma che lo ha sempre contraddistinto, dopo un po' arriva anche il Montanari il quale, in un momento di “frenesia”, durante il parcheggio struscia contro un veicolo. Niente di grave. Alle 9 esatte entriamo con la nostra guida “barbuta”. E' un complesso discretamente bello e interessante, ma la cosa che più colpisce è l'accesso ad una delle quindici celle a disposizione dei Padri Certosini, serviti e riveriti da ben 60 Padri Conversi, cioè schiavi. La parola “cella” non dovrebbe essere usata in quanto ogni Padre Certosino aveva a disposizione una serie di locali, terrazze, mansarde e giardino privato per un totale di circa 250 Mq. Ma si sa che i denaro può tutto e, anche a quei tempi, i secondi geniti di famiglie nobili o molto benestanti non potevano certamente vivere in “ristrettezze” di qualsiasi tipo. In quei luoghi non manca niente, nemmeno un appartamento quasi “reale” per ospitare anche il Granduca di Toscana. Prima di rientrare a Lucca si fa una sosta caffè e alle 12,30 precise ci sediamo a tavola alla trattoria “Gosto e Mea” dove arriva anche Baldacci Stefano che non aveva potuto partecipare all'uscita mattutina. Una gran bella giornata che tutti sperano si possa ripetere ancora tante volte...