Noi, che rispettavamo e spesso avevamo timore dei nostri genitori…
Noi, che abbiamo vissuto una fanciullezza senza avere niente, ma con tanta fantasia e senza conoscere la noia…
Noi, che a volte la mamma dava i panni da lavare alle lavandaie che poi rendevano tutto dopo aver fatto il bucato nel fosso…
Noi, che aspettavamo in gloria un compleanno o il Natale nella speranza di avere un giocatolo o un paio di scarpe…
Noi, che nel rione entravamo ed uscivamo da una casa all’altra attraverso porte che non erano mai chiuse dall’interno…
Noi, che toccavamo qualsiasi cosa o animale mettendoci poi le mani in bocca senza prendere nessuna malattia…
Noi, che giocavamo a nascondino a tutte le ore e ci bastavano due tappi per iniziare il nostro “Giro d’Italia”…
Noi, che all’asilo non c’era l’inserimento di tre settimane e se piangevi due o tre volte non era un problema perché tanto poi ti passava, senza subire traumi psichici…
Noi, che quando starnutivi nessuno pensava di chiamare il dottore, ma se avevi avuto anche poche linee di febbre, dovevi stare chiuso in casa tre giorni...
Noi, che quando toglievi i calzini vedevi quel segno mostruoso sul polpaccio…
Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo una piccola bilia di vetro colorato…
Noi, che a merenda mangiavamo pane burro e zucchero, o pane acqua e zucchero…
Noi, che facevamo il bagno solo il sabato dentro una grande tinozza portatile riempita con acqua scaldata sul gas…
Noi, che se dicevi una parolaccia o una bestemmia venivi additato come un "ragazzaccio"...
Noi, che quando entrava in classe la maestra o il professore ci alzavamo tutti in piedi rimettendoci seduti solo dopo aver ricevuto l’autorizzazione…
Noi, che a scuola ci facevano ripetere l’anno anche per una sola materia…
Noi, che se eravamo troppo timidi o facevamo troppo casino i genitori non ti mandavano dallo psicologo…
Noi, che se la maestra o il professore ti davano una nota sul diario, papà e mamma si incazzavano con te e non andavano a protestare dal preside…
Noi, che dopo la scuola stavamo con i nonni e non andavamo a judo, a danza o a nuotare…
Noi, che eravamo obbligati ad imparare a memoria le poesie...
Noi, che maneggiavamo spesso una sostanza chimica pericolosa chiamata “pongo”…
Noi, che aspettavamo la domenica per mangiarci un piatto di pasta col ragù e una cotoletta con patate fritte…
Noi, che abbiamo visto la TV con un solo canale in bianco e nero e andavamo a letto alle 9, dopo Carosello, perché era tardi…
Noi, che passavamo le giornate sdraiati sui prati e tornavamo a casa con i pantaloni sporchi di verde…
Noi, che tutte le domeniche mattina, vestiti nel miglior modo possibile, dovevamo andare alla Messa…
Noi, che in pochissimi conoscevano il nome del presidente della Repubblica ma tutti sapevano quelli dei Beatles…
Noi, che non c’era lo Scuolabus e nessuno si indignava se andavamo a scuola a piedi…
Noi, che a 12 anni avevamo ancora i pantaloncini corti…
Noi, che dovevamo scrivere obbligatoriamente con la destra…
Noi, che quando ti scorticavi una gamba cascando dalla bicicletta ti medicavano con un fazzoletto imbevuto d'acqua...
Noi, che non dubitavamo del domani e appena usciti da scuola trovavamo subito un lavoro…
Noi, che le sere d’estate eravamo circondati da migliaia di lucciole….
Noi, che ci siamo sempre e comunque divertiti senza neanche sapere cosa fosse lo “sballo”…
Noi, che oltre la Cedrata ed il Chinotto abbiamo sempre bevuto l’acqua dei rubinetti…
Noi, che ci incontravamo tutti i giorni con gli amici senza dover mandare SMS…
Noi, che ci portavano al mare con il treno…
Noi, che avevamo le biciclette senza catene o chiusure di sicurezza…
Noi, che se ci avessero dato una maglia firmata avremmo pensato che un amico ci avesse scritto il proprio nome…
Noi, che quando d'estate andavamo a ballare nei locali la musica terminava sempre a mezzanotte…
Noi, che abbiamo conosciuto il sesso solo qualche anno prima di sposarci e pensiamo ancora che sia stata una fortuna…
Noi, che ci siamo sposati a 25 anni per essere liberi...
Noi abbiamo creato Voi e Voi creerete Loro e così via perchè il ciclo deve continuare. La nostra generazione lascia il posto alla Vostra con la convinzione di aver cercato di fare il possibile affinché la Vostra vita possa essere migliore della nostra. Sinceramente non penso che noi si sia fatto tutto bene o tutto male. E’ più probabile, e più umano, che qualcosa sia stata positiva e qualcosa negativa. A prima vista, il mondo che lasciamo in eredità non sembra un granché ma se solo lo paragoniamo a quello dei nostri nonni non sembra proprio peggiore. Qualsiasi generazione lascia sempre un mondo migliore del precedente e, allo stesso modo, una qualsiasi generazione, al termine della sua permanenza su questo pianeta, pensa comunque che le cose “andavano meglio prima”. Questo dipende quasi esclusivamente dalla non accettazione dei cambiamenti che è uno degli indice di chiusura mentale provocata dall’età avanzata la quale, tra l’altro, rende impossibile pensare e credere che possano essere trovate le soluzioni a problemi nuovi ed insoluti. La globalizzazione, l’esplosione demografica, i cambiamenti nel mondo del lavoro e dell’economia, l’inquinamento totale crescente, l’immigrazione dai paesi più poveri, la necessità di trovare energia pulita, le continue guerre tra misere nazioni per difendere l’interesse del potere, l’evidente disparità nell’utilizzo delle risorse comuni sono tutti problemi che, ne sono certo, Voi risolverete… lasciandone altri ai vostri nipoti. Il mondo perfetto, essendo gestito da esseri umani, non potrà mai esistere. Bisogna accontentarci di migliorare quello nel quale ci siamo trovati. Buona fortuna!
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