Made in Italy

A volte penso come potrebbe essere il mondo se non ci fosse mai stata l'Italia e coloro che ci sono nati e ci hanno vissuto. Nessuno può dare una risposta però, sicuramente, abbiamo contribuito non poco allo sviluppo della civiltà, abbiamo fornito molto materiale umano per la crescita scientifica e siamo universalmente riconosciuti come la patria dell'arte. Solo ricordando le invenzioni avvenute nei primi venti secoli sembra che il popolo italico abbia prodotto idee e realizzazioni in ogni campo del genere umano:

Arco a tutto sesto (Antica Roma)
Chiodi in metallo (Antica Roma)
Campana (V secolo San Paolino)
Note musicali (intorno all'anno 1000 Guido D'Arezzo monaco Benedettino)
Anestesia (1200 Ugo da Lucca)
Ambulanza a cavalli (1244 Arciconfraternita della Misericordia di Firenze)
Cartiera di tipo moderno per grandi quantitativi (1268 a Fabriano)
Bussola (1300 circa, Amalfi forse su suggerimento precedenti orientali)
Carro Snodabile (1300 Francesco Carraio)
Gli occhiali: (1300 Toscana frate dell'Ordine Domenicano: Padre Alessandro Spina) Caminetto (1347 a Venezia)
Prospettiva scientifica ('400 Filippo Brunelleschi Leon Battista Alberti)
Cambiale (1400 Francesco di Marco Datini)
Orologio a molla (1410 Filippo Brunelleschi)
Camera oscura [macchine fotografiche] (1450 Leon Battista Alberti)
Banca (Forse a Lucca nel 1462)
Violino (Andrea Amati, primo decennio del 1500)
Formula risolutiva equazioni terzo grado (1543 Ludovico Ferrari)
Giunto Cardanico (1545 Gerolamo Cardano)
Lotteria (1576 Benedetto Gentile)
Giornale (1563 a Venezia)
Cannocchiale (1609 Galileo Galilei)
Barometro (1643 Evangelista Torricelli)
Caffettiera Napoletana (1691 a Napoli)
Pianoforte (1698 Bartolomeo Cristofali)
Pila Elettrochimica (1799 Alessandro Volta)
Carta Carbone (1806 Pellegrino Turri)
Macchina da scrivere (1808 Pellegrino Turri)
Orologio elettrico (1831 Giuseppe Zamboni)
Nitroglicerina (1847 Ascanio Sobrero)
Motore a scoppio (1853 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci di Lucca)
Cappelli in feltro da uomo (1857 Giuseppe Borsalino)
Sismografo (1857 Luigi Palmieri)
Macchina per fare la pasta in casa (1857 Innocenzo Manzetti)
Dinamo [la quasi totalità dell'elettricità del mondo] (1860 Antonio Pacinotti)
Fax (1861 Giovanni Caselli)
Carburatore (1876 Luigi De Cristoforis)
Lampadina elettrica (1881 Alessandro Cruto)
Pistola a tamburo (1833 Francesco Antonio Broccu)
Telefono (1854 Antonio Meucci)
Cavo elettrico (1884 Giuseppe Pirelli)
Motore Elettrico (1885 Galileo Ferraris)
Radio (1895 Guglielmo Marconi)
Aliscafo (Primi '900 Enrico Forlanini)
Caffè espresso (1901 Luigi Bezzera)
Cono gelato (1903 Italo Marchionni)
Radar (1922 G. Marconi, 1936 prof. Tiberio)
Autostrada (1925 Milano Laghi)
Elicottero (1930 Corradino d'Ascanio)
Caffettiera Moka (1933 Antonio Bialetti)
Cambio per bicicletta (1935 Tullio Campagnolo)
Elica a passo variabile (anni '30 '40 Corradino d'Ascanio)
Pila atomica (1942 Enrico Fermi)
Scooter [Vespa] (1946 Corradino d'Ascanio)
Microchip (anni '60 Federico Faggin)
Autovelox (Brevettato a Firenze negli anni '60)
PC (Programma 101 il primo personal computer 1962 Pier Giorgio Perotto)
Plastica per gli oggetti comunemente usati (anni '60 Giulio Natta)
Moneta bimetallica [antifalsificazione] (1982 Zecca di Stato)


Certo, negli ultimi anni, sembra che il mondo non perda occasione per accusarci di ogni cosa. Un po' di ragione ce l'hanno ma, come italiano, le accuse che mi danno più fastidio sono quelle sollevate da tutti gli esterofili italiani. Pensare diversamente dagli altri è assolutamente umano e legittimo. Quando i giudizi espressi si basano su dati oggettivi e verificabili non si può che essere d'accordo, ma quando le affermazioni o le critiche sul proprio Paese sono basate su convincimenti personali o su certezze e credenze che non trovano riscontro con i dati ufficiali, allora...

Ho lasciato passare troppo tempo prima di documentarmi seriamente ma poi, a seguito di una banale discussione ascoltata tra due frequentatori del bar dove spesso vado a fare colazione, essendo da sempre personalmente convinto che qualunque affermazione debba scaturire solo da dati oggettivi e verificabili, ho deciso di documentarmi seriamente.

In Internet, in 10 minuti, si trovano tutte le statistiche possibili e immaginabili sui crimini nel mondo. Esistono alcune Agenzie specializzate, europee e mondiali, le quali sono le uniche autorizzate a gestire e divulgare questo tipo di informazioni. Generalmente i dati vengono aggiornati e pubblicati a livello mondiale ogni cinque anni. Le tabelle trovate fanno riferimento agli ultimi dati disponibili e, oltre a tutti i paesi europei, spesso riportano informazioni anche su alcune zone del globo a noi molto lontane.

Non siamo certo i migliori al mondo, però non siamo neppure quei delinquenti che molti credono e affermano con una certezza che non capisco dove abbiano trovato. Per iniziare questa mia indagine oggettiva sul “Made in Italy”, iniziamo a dare un'occhiata ai classici casi relativi a omicidi, stupri, aggressioni, furti e rapine a mano armata. Quest'ultima è l'unica statistica dove, purtroppo, non siamo certamente tra gli ultimi.

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Vivere in un paese dove la criminalità rientra ampiamente nella media, non può portare soddisfazione o tranquillità in coloro che ne sono stati oggetto, ma non si deve dimenticare che il crimine esiste da quando esiste l'umanità, ne fa parte integrante ed è da essa inscindibile. Le statistiche ufficiali, in questi casi, sono l'unico modo per valutare oggettivamente il confronto tra la nostra percezione degli eventi in campo locale e ciò che accade in un palcoscenico più ampio dei nostri confini territoriali.

Ultimamente, per i media nazionali, è diventata abbastanza frequente una nuova definizione di un particolare tipo di omicidio: il femminicidio. Da quanto ci raccontano sembra che la donna italiana subisca l'aggressività maschile in maniera statisticamente preoccupante mentre, in realtà, è vero il contrario.

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Concludendo, anche a livello mondiale, è ampiamente dimostrato come l'Italia non sia messa male come si dice e si pensa. Nei paesi “civilizzati”, tutti i dati e tutte le statistiche confermano che le zone con il più basso indice di criminalità sono quelle con la minore densità abitativa.

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Sia chiaro che questo documento non deve essere inteso come un elogio al popolo italiano, ci mancherebbe altro! Conosco perfettamente pregi e difetti del paese in cui sono nato e vivo ma, allo stesso modo, conosco molto bene anche la nostra storia. Quando Massimo D'Azeglio disse: “Abbiamo fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani” aveva mille ragioni. Dall'unità d'Italia ad oggi siamo passati attraverso due guerre mondiali, una dittatura e alcuni tentativi di dividerci. Non è umanamente possibile che un'accozzaglia di genti e popoli con storie, tradizioni, usanze e culture molto diverse possano, in poco più di 150 anni, sentire quell'identità, quel senso di appartenenza e raggiungere quel livello di civiltà presente in nazioni unificate secoli e secoli prima della nostra!