I miei tanti difetti

Con un piccolo sforzo di onestà mentale ciascuno di noi può riconoscere i propri difetti, ma resta il fatto che molti di questi, o solo alcuni, possano anche essere personalmente visti, se non come pregi, non certo come comportamenti caratteriali “disdicevoli” e quindi potrebbero non comparire nella mia come nell'altrui confessione. Tutto sta nel posizionamento dei limiti soggettivamente assegnati. Un sano egoismo, una dose di egocentrismo, un bugia quando necessaria, una positiva testardaggine, una latente emotività, una critica che può sfociare nella polemica e chissà quanti altri comportamenti classificabili come difetti sono, secondo il mio parere, un mix di componenti essenziali nella rappresentazione univoca di ogni essere umano. Quello che vorrei far capire è che se qualcuno pensa, per esempio, che io sia egoista ma tutti gli altri miei conoscenti non condividono questo giudizio, allora il difetto non può essere considerato patologico. Forse in qualche caso si è manifestato abbastanza chiaramente ma, per essere catalogato come difetto, deve essere sempre presente e non solo in certi casi... magari pochissimi e verificatosi in situazioni particolari. Detto questo, provo adesso ad elencare quelli che ritengo essere i miei veri difetti e che tutti quelli che mi conoscono bene non potranno che confermare.

1) Non ascolto. Troppo spesso perdo interesse quando chi parla con me affronta un argomento che ritengo poco rilevante, ovviamente secondo i miei parametri, secondo il momento, secondo chi mi parla, secondo il mio stato d'animo. Ascoltare è un arte che io purtroppo non possiedo. Addirittura, in molti casi, per evitare di usare le orecchie troppo a lungo, pecco di presunzione e interrompendo l'interlocutore, concludo quello che credo potrebbe essere il seguito del suo troppo lungo discorso... e a volte sbaglio! Non è certo un bel modo di relazionarsi con gli altri. Ultimamente cerco di nascondere questa mancanza di rispetto e quindi, invece di interrompere, faccio semplicemente finta di ascoltare e lascio andare la mia fantasia dove desidera. A volte, purtroppo, ho la sensazione che gli altri si accorgano di questo mio falso interesse e, a fronte della ovvia domanda: “Ma mi stai ascoltando?”, posso anche rispondere con la più innocente delle menzogne: “Certo!”

2) Sono permaloso. Fortunatamente mi sembra di migliorare con l'avanzare dell'età, però è una reazione interna sempre comunque ben presente. Non ricordo quando ho iniziato ad essere facilmente irritabile ma, sinceramente, credo che il “problema” sia nato con me. A volte è sufficiente una sola parola, piuttosto che una frase o un comportamento, per sentire nascere dentro me quel fastidio che troppe volte traspare immediatamente all'esterno. Il bello è che me ne rendo conto subito ma, anche se a volte riesco a mascherare questa stupida sensazione, non riesco a fare niente per evitarla. L'unico aspetto positivo è che non porto alcun rancore contro chi, volutamente o inavvertitamente, ha fatto scatenare dentro me questo malessere imbecille.

3) Sono presuntuoso. Molto tempo fa lessi da qualche parte una affermazione nella quale mi identificai immediatamente. Praticamente questa persona sosteneva che quando si confrontava con l'80% dei suoi simili non poteva evitare di sentirsi “superiore”, però riconosceva anche il fatto che nel restante 20% dei casi questa sensazione mancava del tutto. Purtroppo sono ancora dell'opinione che almeno l'80% delle persone, intellettualmente e culturalmente, siano veramente “poca cosa” e, in modo patologico, non riesco a evitare di sentirmi diverso, non superiore, semplicemente diverso. Fortunatamente questa sensazione di diversità, che spesso sfiora la certezza, riesco a nasconderla senza alcuna difficoltà. L'importante è che la conversazione con quell'80% dei miei simili non duri più di alcuni minuti!

4) Spesso sono incivile. Non gravemente e molto settorialmente, nel senso che la mia inciviltà si manifesta esclusivamente nel gettare in terra pezzettini di carta, cicche e chewin gum e tutte le volte, immediatamente dopo, mi riprometto che non lo farò mai più ben sapendo che è una promessa che non manterrò a lungo. Questo fatto mi fa incazzare con me stesso in quanto non sopporto l'inciviltà degli altri ma, come al solito, tutti siamo stranamente benevoli e comprensivi nel giudicare noi stessi.

5) Sono troppo sintetico. Questa è una patologia che ho fin da quando ero un ragazzo. Non ho mai capito e non riesco ad accettare il fatto che per dire o descrivere un evento si debbano usare una miriade di parole oltre il necessario. Non sono un tirchio di sostantivi, aggettivi e verbi perchè mi piace parlare e descrivere le cose con dovizia di particolari. Quello che proprio non riesco a fare è girare, senza alcuna utilità, intorno al succo del discorso.

6) Sono impulsivo. E' un'arma a doppio taglio perchè se da un lato conservo la mia assoluta spontaneità, dall'altro non posso proprio fare a meno di dire quello che penso riguardo qualunque cosa anche andando contro tutto e tutti. Ultimamente riesco a contenermi abbastanza facilmente ma, se chiamato in causa, il modo con il quale sostengo le mie argomentazioni può farmi apparire come una persona arrogante, e non lo sono! Forse dipende dal fatto che, durante le discussioni, anche se non alzo mai il tono della voce, affermo con argomentazioni oggettive e con molta decisione il mio parere.

7) Sono polemico. Non sempre, ma in talune circostanze lo sono in maniera molto evidente. Più che altro lo divento quando mi portano a discutere di notizie "ufficiali" globalmente diffuse da importanti media. Essendo da tempo convinto che l'informazione ufficiale è quasi sempre scientemente e intelligentemente deviata e modificata ad arte sia per non divulgare che per nascondere verità inaccettabili, non sopporto quelle persone (e sono tantissime) che accettano come assolutamente veritiera qualsiasi notizia se diffusa da importanti e seguiti TG oppure letta su famosi quotidiani. Non tutto quello che ci raccontano è falso ma, allo stesso modo, non tutto corrisponde alla verità.

Alè, penso proprio di averli detti tutti. Fanno parte di me, e nel loro insieme sono come un blocco integrante dell'essere umano che sono. Oddio, per la verità ce ne è uno che, se potessi, lo disintegrerei immediatamente perchè non sono mai riuscito a conviverci: la permalosità. Anche quel piccolo livello di inciviltà danneggia la mia intelligenza ma, credetemi, tutti gli altri sono come fratelli gemelli, nati con me e che finiranno con me. Non si può essere orgogliosi dei propri difetti ma neanche si può rinnegare la carne della propria carne, sarebbe come farsi del male ed io, mi voglio un gran bene!