Non sono passati molti secoli dall'aver compreso che il nostro amato pianeta Terra non occupa una posizione speciale né gode di una condizione particolare nell'Universo. L'uomo, purtroppo per lui, non è il centro dell'Universo, ma vive su un normale pianeta orbitante intorno a una normale stella (Sole) situata in prossimità del bordo di una normale galassia (Via Lattea). Riguardo al problema della vita extraterrestre, questo fatto dovrebbe suggerire che se non vi è nulla di speciale nelle caratteristiche astronomiche, geologiche, fisiche e chimiche della Terra, allora non ci dovrebbe essere nulla di speciale o unico e non replicabile neppure riguardo alla sua biologia. Le leggi della natura, almeno fino a prova contraria, sono le stesse in tutto l'Universo da almeno 14,8 miliardi di anni. Questo implica che il processo chimico-fisico che ha prodotto la vita sulla Terra, anche se frutto di una lunga serie di coincidenze casuali, in presenza delle stesse condizioni, possa produrre la vita anche altrove. L'ottimismo di una prova definitiva è mantenuto in vita dalla conoscenza del fatto che gli esseri viventi, così come li intendiamo noi, sono composti principalmente di idrogeno, azoto, carbonio e ossigeno, cioè i quattro elementi più comuni nell'Universo. La domanda alla quale non sappiamo dare una risposta definitiva ha dato origine a due opposte opinioni.
I sostenitori del “no” basano la loro convinzione sulla seguente affermazione: “Tutto quello che non è dimostrabile non esiste”. Se questo fosse sempre vero implicherebbe, solo per fare un esempio, l'esclusione di qualsiasi forma di Religione in quanto tutte sono totalmente basate sulla fede la quale, a sua volta, è la massima accettazione di qualcosa di non dimostrato né dimostrabile. Pertanto, l'affermazione suddetta, non mi sembra una base logica di esclusione di una possibilità, anche nel caso di una persona non credente la quale, certamente, non potrà mai e poi mai dimostrare il suo convinto “Dio non esiste”. Personalmente ritengo che escludere da una possibile verità tutto ciò che non possa essere dimostrato con fatti, o verificato sperimentalmente, non sia la conclusione di un valido ragionamento. Per quanto ne sappiamo, forme di vita extraterrestre intelligenti ancora non sono state trovate, ma l'assenza di prove non è certamente la prova dell'assenza. Perché, per esempio, non considerare il fatto che ci potrebbe essere vita intelligente là fuori, in una forma che non siamo in grado di concepire? Esattamente come una scimmia non può capire la teoria della relatività, la vita intelligente potrebbe esistere come aspetti della realtà che sono al di fuori della attuale capacità della nostra mente.
L'intelligenza umana può commettere errori e può credere ad affermazioni che sono in realtà incoerenti o false, ma gli esseri umani possiedono anche un sesto senso, una modalità logico-intuitiva, non solo computazionale, per arrivare alla verità. Questo percorso è abbastanza comune nel lavoro degli scienziati e nelle loro scoperte molte delle quali erano state solo teorizzate anni e anni prima della reale “dimostrazione”. Sono gli “indizi”, cioè quegli elementi sufficienti a fornire un orientamento soggettivamente ma anche oggettivamente valido, che spesso permettono di raggiungere ed accettare verità apparentemente nascoste, rifiutate e non ancora dimostrate. Molti esseri umani scontano anni di prigionia solo in funzione di processi indiziari che hanno convinto diverse giurie a raggiungere una certezza di un fatto senza la prova della “pistola fumante” in mano.
Diceva Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Anche senza affermare di essere arrivati alla tanto ricercata “prova”, relativamente alla presenza di possibili forme di vita extraterrestre intelligente gli indizi sono ben più di tre. Anche volendo escludere il 99% dei cosiddetti avvistamenti UFO, resta abbastanza “credibile” quella piccolissima percentuale di osservazioni, raccontate da alcune persone ma anche da piloti civili e militari, astronauti russi e americani, e descritte anche nei minimi particolari fin dall'antichità da personaggi degni di fede oltre che famosi. Da una semplice ricerca in rete è facile verificare quanti indizi si trovano nei libri sacri, nei reperti archeologici, nelle cronache storiche e nell’arte. La descrizione e la raffigurazione di oggetti volanti non identificati è abbastanza costante nel corso della storia, dall’antichità fino al periodo rinascimentale ed oltre. Sembra quindi possibile che in tempi remoti “qualcuno” possa aver visitato la terra, impressionando in maniera tale i nostri antenati da spingerli a registrare l’incontro in incisioni, pitture rupestri, racconti e dipinti. Anche scartando possibili fenomeni naturali sconosciuti, rimane comunque un numero non indifferente di eventi sconcertanti e, indipendentemente dall’interpretazione che si vuole loro dare, questi costituiscono un fenomeno che attraversa tutti i secoli e riguarda tutte le culture e civiltà passate e quelle ancora presenti sulla terra.
Oggi sappiamo che la nostra Galassia contiene circa cento miliardi di stelle e almeno una su cinque è circondata da pianeti che orbitano nella cosiddetta fascia di abitabilità, dove le condizioni potrebbero sostenere la vita, almeno per come la conosciamo. Il numero di pianeti nella Via Lattea è quindi di circa un trilione. Ma nell'Universo sono state identificate almeno cento miliardi di Galassie e quindi significa che esiste un numero interminabile di pianeti nell’Universo osservabile. E' proprio in funzione di questo immenso numero di luoghi dove le condizioni avrebbero potuto permettere lo sviluppo di “intelligenze” che non condivido la presunta unicità, da molti convintamente definita assolutamente casuale, della razza umana. Escludendo l'evento “creativo” e solo per il piacere di una discussione, posso anche accettare il fatto che la vita sia stata frutto di un caso determinato da una lunga serie di incredibili coincidenze ma, viste le grandezze numeriche interessate, rifiuto l'assoluta impossibilità di repliche casuali. Se qualcosa, casualmente, si verifica una volta, nessuno al mondo può sostenere che non si sia già verificata o che si verifichi di nuovo.
L'interessante domanda che i sostenitori del “no” pongono per avvalorare la loro tesi è la seguente: “Ma se esistono civiltà extraterrestri intelligenti per quale motivo non si manifestano apertamente?”.
Il livello di intelligenza e le conoscenze scientifiche e tecnologiche di una probabile civiltà extraterrestre che riesce con facilità a percorrere distanze galattiche per noi (ancora) impensabili, sono ovviamente enormemente superiori alle nostre. Intanto penso che ogni essere intelligente nell'universo è mosso dall'interesse e quindi se per gli alieni non esiste un interesse a rivelarsi, questo non avverrà. Ma non è solo questo, c'è un motivo di base che è ovvio per chiunque abbia conoscenze minime di storia e antropologia. Quando una cultura molto avanzata (“loro”) entra in contatto diretto con un cultura molto più primitiva (“noi”), quest'ultima finirà per scomparire, traendo notevoli e devastanti influenze da quella molto più avanzata. La storia umana è piena di esempi del genere, culture primitive sono scomparse quando sono venute in contatto con culture più avanzate. Essendo “loro” molto più civili ed intelligenti dei “conquistadores” spagnoli che hanno distrutto tutte le civiltà precolombiane e non avendo alcuna necessità di “conquistarci”, potrebbero aver deciso di restare nell'ombra. Tutto questo, si badi bene, ragionando con il cervello di un umano che non è detto abbia le stesse logiche “loro”. Se gli alieni ci stanno ignorando non è bello, è forse più preoccupante e triste di quanto sarebbe se fossimo soli nell’universo. Probabilmente ci considerano primitivi ed è estremamente facile capirlo: per esempio, lasciamo morire centinaia di milioni di persone ogni anno per cause prevenibili, mentre spendiamo migliaia di miliardi di dollari in armamenti, inquiniamo la nostra atmosfera, i nostri mari, gli ecosistemi di tutto il mondo senza pensare concretamente ad alternative. Questo è un dato di fatto.
In ultimo c'è l'ottima constatazione dello schieramento del “ni”. “Alpha Centauri è il sistema stellare più vicino alla Terra ma resta comunque a una distanza proibitiva per affrontare qualsiasi viaggio. Poco più di 4,3 anni luce che, in termini terrestri, significano qualcosa come 40mila miliardi di chilometri. Anche la sonda terrestre più veloce ci impiegherebbe migliaia di anni!”. Quindi sembra proprio impossibile...però spostare i confini del possibile è nella natura dell'uomo. “Impossibile” è l'esclamazione che avrebbe pronunciato Ippocrito se gli avessero detto che sarebbe stata realizzabile la sostituzione di un cuore umano. “Impossibile” è l'esclamazione che avrebbe pronunciato un Imperatore Romano se gli avessero detto che si sarebbe potuto distruggere Roma in un solo secondo. “Impossibile” è l'esclamazione che avrebbe pronunciato Cristoforo Colombo se gli avessero detto che per andare dall'Europa alle Americhe sarebbero state sufficienti solo alcune ore. “Impossibile” è... l'esclamazione che avrebbe pronunciato mio nonno se gli avessero parlato delle potenzialità di un normale smartphone. A parte le battute, la storia dell’uomo è tutta un tentativo di cercare l’impossibile e di raggiungerlo. Non c’è una logica, perché se l’umanità avesse scelto la sola logica, starebbe ancora vivendo nelle caverne.
In conclusione, anche senza alcuna certezza, penso che siano un po' troppi gli indizi a favore di altre presenze nell'Universo. Molto probabilmente esistono civiltà intelligenti inferiori, uguali e superiori alla nostra in funzione del tempo che hanno avuto a loro disposizione per svilupparsi. L'universo è simile ad un qualcosa di vivente; galassie, stelle e pianeti nascono, si sviluppano e muoiono continuamente. Perché essere così certi che sia stato impossibile un “contatto” che ha permesso ai nostri antenati di costruire monumenti talmente grandiosi che, con tecnologia umana di solo un secolo fa, non saremmo stati in grado di realizzare (e forse neanche con l'attuale). Mi faccio e vi faccio una domanda alla quale non so dare una risposta: cosa pensare del fatto che nessuna tecnologia umana conosciuta è in grado di realizzare un "cerchio nel grano" (Crop circle)?
Le certezze le lascio agli altri e, come disse Einstein “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”.
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