Perchè l'Italia viene spesso descritta come un paese poco affidabile.
Ma cosa si intente per affidabilità, chi può essere definito affidabile? Tutti i dizionari, più o meno, riportano la seguente descrizione: “...che da prova di meritare la fiducia”. Il concetto espresso può essere applicato praticamente a tutto, alle cose, agli animali, alle persone e alle aziende. In questo documento, per restare su un tema molto attuale, affronto solo l'affidabilità riferita agli esseri umani, quindi inizio chiedendomi chi può dire se una persona è affidabile o no? E' fuor di dubbio che il giudizio può essere espresso solo da chi ha riposto la propria fiducia in quella persona, pertanto, volenti o nolenti, dobbiamo accettare il fatto che, vivendo in una società di persone, siamo tutti sottoposti a giudizio di affidabilità fin dalla nascita. In poche parole, fin dal nostro primo respiro, dobbiamo rendere conto a qualcuno sopra di noi il quale, a sua volta, avrà qualcuno sopra di lui al quale rendere conto e cosi via...
La catena logica dell'affidabilità parte quindi dal bambino che viene sottoposto a giudizio dalla mamma la quale, a sua volta, lavorando in un'azienda, verrà valutata dal capo reparto, il cui lavoro sarà poi controllato dal direttore generale e l'affidabilità della sua azienda sarà sottoposta al giudizio finale dei clienti. Espandendo questo ragionamento, una nazione può benissimo essere paragonata ad una grande azienda e quindi, il giudizio sulla sua affidabilità non può che essere compito primario dei cittadini. Però, considerato che le nazioni non vivono più isolate dal resto del mondo, non possiamo pretendere di non essere sottoposti anche a controlli e giudizi da parte degli “altri”.
Io non ho voglia nè tempo di discutere nel dettaglio le cause che hanno prodotto la poca affidabilità dell'Italia però, per coloro che ritengono ingiusta questa etichetta assegnataci da “altri”, vorrei consigliarli di riflettere sulle nostre molte, ma poco invidiabili situazioni oggettive.
La miscela esplosiva è composta da: giustizia totalmente inefficiente e poco attendibile, burocrazia stupida e assurda, privilegi medioevali, evasione fiscale immensa, caste intoccabili (magistrati, giudici, notai, farmacisti, avvocati eccetera), ordini professionali inutili e dannosi, delinquenza diffusa e organizzata, furbi e furbetti di ogni tipo, corruzione a tutti i livelli, spreco continuo di denaro pubblico, manager che distruggono aziende e ricevono compensi e pensioni inconcepibili, dipendenti pubblici inutili e fannulloni, scuole che preparano al nulla, abusivismo edilizio conosciuto e impunito, infrastrutture ferme da 50 anni, truffatori da strapazzo, campionati di calcio truccati, sindacati legati ad ideologie del secolo passato, sanità locale con differenze abissali, giornali e tv che danno spazio a giornalisti chiaramente faziosi, eccetera eccetera eccetera.
A questo quadretto poco edificante dobbiamo aggiungere anche il fatto che, sia in ambiente pubblico che privato, nei posti di maggiore responsabilità, nella maggioranza dei casi, troviamo persone che non sono assolutamente all'altezza del posto che ricoprono e che sono arrivati a quei livelli per motivazioni lontane anni luce dalla competenza e preparazione specifica necessarie per svolgere i compiti loro assegnati.
Sinceramente credo anche che, nei giudizi “stranieri”, sia presente anche una piccola dose di invidia legata al fatto inequivocabile che l'Italia è universalmente riconosciuta come il paese che detiene ancora, nonostante i furti perpetrati nel tempo da rispettabili nazioni adesso “amiche”, il 65% delle opere d'arte presenti nel mondo. Inoltre, sempre con un pizzico di malizia, penso anche che il tipo di vita dell'italiano medio sia per molti popoli un obiettivo irraggiungibile sia per cultura diversa che, non ultimo, per il clima, non solo meteorologico, che si respira per le vie delle nostre città. Certo questi miei pensieri sono cattivelli ma, un famoso politico nostrano soleva dire che “A pensar male si fa peccato ma, spesso, ci si azzecca”.
Concludendo sono convinto che, nonostante tutto e nonostante le numerose schiere di italiani pessimisti, denigratori e catastrofisti, il nostro destino non potrà essere mai diverso da quello delle nazioni che compongono l'Europa e la nostra storia non finirà certo per colpa di una crisi economica e finanziaria che, tra l'altro, non è dipesa da noi. Solo con poca onestà mentale e con scarsa capacità logica e di ragionamento sui fatti si può incolpare singole o piccoli gruppi di persone come unica causa della nostra attuale difficile situazione. In un mondo dove regna sovrana l'apparenza e la disinformazione, molte nazioni che vengono ritenute, o si autocertificano, migliori di noi, in realtà hanno ben poco di cui vantarsi.
P.S.
Non ho volutamente detto una parola sulla politica, nazionale, europea o mondiale, per evitare di essere scurrile
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