Gli anelli della vita


Dopo anni passati a dire, fare e guardare tutto con la massima libertà, per un bambino è un veramente un duro impatto sedersi in un’aula. Fortunatamente il non poter decidere dove rivolgere la propria attenzione, a volte, è parzialmente addolcito dall’essere consapevole che ti trovi in una situazione nuova e interessante. Per me il problema maggiore fu proprio l’interesse. Le cose nuove non possono essere interessanti sempre e per forza. Quando hai riempito pagine e pagine di stanghette e barre e ti rendi conto di aver capito e di saper fare, come si può pretendere lo stesso grado di partecipazione ed attenzione ad una nuova spiegazione? I vari maestri che si sono succeduti nei cinque anni delle elementari mi hanno beccato in fallo molto spesso e si arrabbiavano con me cercando, dal mio punto di vista, di reprimere la libertà che è dentro ogni bambino. Quante volte, dopo aver pronunciato nel silenzio dell’aula il mio cognome, ho sentito chiedermi “… di cosa stavo parlando?” così come più volte i miei genitori dovettero spiegare che avevo sempre avuto questo comportamento, anche fuori dalla scuola e che, quando qualcosa non riusciva a intaccare il mio interesse, diventavo un bambino “disattento”. Alla mente non si comanda e, in quei casi, per me era più forte di qualsiasi altro richiamo volgere lo sguardo fuori dalla finestra. Mi piaceva prestare attenzione allo svolazzare dei passerotti, sognare guardando le cime degli alberi che oscillavano ritmicamente nel vento e correre, con la fantasia, nei prati verdi poco distanti, là sulle Mura. Il primo giorno di ogni nuovo anno scolastico, quello dove avveniva la lotta per la conquista degli ultimi banchini per essere il più possibile distante dalla cattedra, per me era un giorno di assoluta serenità. Ad esclusione dell’ultima finestra dell’ultima fila, avevo sempre molte scelte possibili e quindi non ricordo di aver mai mancato il mio bersaglio. Nessuno si adoperava per stare vicino ad una finestra, tanto meno se sulla prima o seconda fila. Questo falso problema mi ha accompagnato per tutta la vita scolastica creandomi qualche difficoltà di rapporti con alcuni insegnanti.