Quando facevo ancora il geometra all’IACP non era consentito utilizzare la propria auto per andare in trasferta e quindi veniva utilizzata, a noleggio, una macchina con autista. Si chiamava Ferruccio, un ragazzone simpatico con la mania della velocità e delle donne. A bordo di una Simca 1000 stavamo andando verso la Garfagnana parlando del più e del meno quando, in pieno rettilineo e senza nessuna motivazione apparente, effettuò una frenata improvvisa che quasi mi mandò a sbattere nel parabrezza. Ingranò la retromarcia prima che potessi aprire bocca e, fatti una trentina di metri, si fermò ammiccandomi qualcosa. Fuori strada, in un’aia di un fabbricato rurale, c’era una cinquecento e, accanto allo sportello aperto, una donna chinata mezza fuori e mezza dentro. Si vedevano bene cosce, chiappe e mutande. Che occhi!
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