Sarà stato a causa della travagliata esperienza vissuta qualche anno prima, oppure qualcosa legata alle ristrettezze economiche di allora, fatto sta che i miei, nei periodi invernali, non trovarono altro di meglio per evitare che frequentassi una piazza fredda, buia e semideserta. L’idea, in fondo, non era male. “Tre spettacoli cinquanta lire” e si passava la giornata al sicuro ed al caldo. Nella zona erano due i cinema che facevano questo tipo di promozione. L’Italia in via della Zecca e l’Eden in Piazza San Francesco ma, quest’ultimo si limitava sempre al solo doppio spettacolo. La scena era la solita. Alle tre esatte di ogni giorno, per molti mesi e per alcuni anni, sono stato accompagnato per mano all’ingresso del cinema. Prendevo il biglietto, salutavo il papà o la mamma, e venivo affidato alla “maschera” che mi accompagnava al mio solito posto nel centro della solita fila centrale. Buono come un canino e attento come un gufo, alla rispettabile media di tre al giorno, ho visto e rivisto tutti i film prodotti negli anni immediatamente seguenti la fine della guerra e quindi ricordo tutte le serie di “Gianni e Pinotto”, “Stanlio ed Ollio”, i cartoni animati di “Hanna & Barbera” e tutti i classici di produzione americana del tempo. Gli “eroici” soldati USA, tutti belli, buoni e vincenti e, quello che poi mi ha segnato di più, le innumerevoli storie dei bravi Cow Boy contro gli Indiani cattivi. Questo periodo della mia vita è servito, o meglio, ha prodotto due effetti: il primo, ovviamente, è che non amo andare al cinema né vedere film in TV; il secondo è molto più profondo. Avendo poi realizzato che quanto avevo visto sugli Indiani non corrispondeva alla verità storica e che i buoni erano quelli cattivi e viceversa mi sono incazzato moltissimo. Da quel momento ho capito che non bisogna mai fidarsi di quello che gli altri vogliono farti vedere perché se sono disonesti (e normalmente chi ha il potere lo è) ti fanno vedere quello che gli pare e come gli pare. I casi sono solo due. Se hai assistito o vissuto di persona un evento puoi anche ascoltare il punto di vista altrui perché, se non coincide con il tuo, non cambia niente. Se, al contrario, ti lasci influenzare da quanto dicono altri su cose che tu non conosci dall’interno e non hai la possibilità di verificare, la probabilità che quanto ascolti o vedi sia lontano dalla verità è inversamente proporzionale all’onestà del narratore.
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