Gli anelli della vita


Quelli fantastici. Li ho vissuti tutti, ma non ho mai partecipato a nessuno di tutti quegli eventi giovanili che avrebbero poi contribuito a passare alla storia quel periodo. Le lotte di classe, la rivoluzione proletaria, la contestazione nelle scuole le bandiere rosse o nere, i cortei ed i primi scontri con la polizia. Di tutto questo non mi è mai fregato niente. Forse sarò stato immaturo ma a me piace pensare che, non ostante tutto, la mia estraneità sia dipesa da una mia scelta. Messi in ordine di importanza, i miei obiettivi di allora erano: diventare grande, divertirmi, avere la ragazza, stare con gli amici e, ma sarebbe stato chiedere troppo, avere qualche soldo in tasca. L’unico desiderio non realizzato fu l’ultimo, mentre quello sul quale poi ho avuto tutto il tempo di pentirmi è stato il primo. Tutto il resto è un insieme di bei ricordi trascorsi con le ragazze a divertirmi insieme ai miei amici. A questo punto è bene spiegare alcune cose con un sotto capitolo dedicato alla “topa”. Stare con le ragazze, per tutti noi, era l’unico divertimento diverso e più interessante di qualsiasi altro (se altri ce ne potevano essere). Deve essere chiaro che avere un rapporto sessuale era come fare tredici al totocalcio. Non perché le ragazze di allora fossero più per bene di quelle che sono venute dopo ma, per il semplice motivo che, “quella cosa lì”, era roba da grandi e noi eravamo tutti convinti di non esserlo ancora. Quando avevamo l’opportunità di stare appartati e da soli con una ragazza c’erano le seguenti percentuali di riuscita: al 90% si sarebbe fatta baciare; nel 50% dei casi avremmo potuto toccare il seno da sopra i vestiti e solo in un 10% di casi si poteva pensare di riuscire ad infilare una mano dentro il reggiseno. Le stesse probabilità, ma prevalentemente dall’esterno, erano per il culo. Un 60% si faceva toccare le cosce ma, arrivati dove cominciava la parte più interessante, la mano veniva fermata con decisione. Andare più in là era veramente poco probabile e poteva essere, al massimo, il 10% delle volte. Riuscire a farsi toccare da una mano femminile sopra i pantaloni per qualche secondo poteva accadere si è no una volta su tre e ma la classica “segha”, era veramente cosa rara. Qualsiasi traguardo in più corrispondeva all’attuale bingo. Forme di contatto diverse da quelle enunciate sarebbero accadute molti ma molti anni più tardi. Fortunatamente esisteva anche Il ballo che per noi era una fase sessuale abbastanza ricercata. Quasi tutte, con la musica di sottofondo, accettavano il contatto fisico e si facevano stringere schiacciando il loro corpo sul nostro. Era bello ma ai maschietti provocava anche una eccitazione che, non essendo solo mentale, a lungo andare rompeva veramente i coglioni!

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