Meglio Italiani che toscani...
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In città tutti dissero: “Meglio italiani che toscani”... e adesso vi spiego perché. Firenze, colpita da un irrefrenabile delirio di onnipotenza, le ha provate di tutte per conquistarci. Dichiarazioni di guerra, tentativi di invasione e di corruzione, assedi, imboscate, tradimenti e chissà quanti complotti... ma è sempre rimasta a bocca asciutta. Non che il nostro potenziale militare fosse superiore al loro, anche se abbiamo vinto molte volte sul campo, però, per esempio, sembra impossibile che la forza militare dei Medici non fosse in grado di conquistare questa piccola e quasi insignificante “repubblica nana”, come venne poi definita da Napoleone. Ma le spiegazioni ci sono, eccome se ci sono! Si chiamano diplomazia e denaro, soldi, monete... ricchezza, quella cosa che le altre città toscane, purtroppo per loro, non avevano. I commercianti ed i banchieri lucchesi erano dotati di fortune immense che utilizzavano all'occorrenza, e quale migliore occasione dell'uso del denaro avrebbero mai avuto se non quella di proteggere loro stessi da “interferenze” esterne, da indesiderate modifiche di uno “status quo”? Non prestavano soldi a chiunque ma, astutamente, erano disposti a fornire ingenti somme di denaro a re ed imperatori i quali, pertanto, avevano tutto l'interesse ad evitare che Lucca perdesse la propria indipendenza e quindi erano disposti a difenderla. Cosa avrebbe mai potuto fare l'esercito fiorentino, per esempio, contro le imponenti armate del re di Francia? Ecco perché, come mostra l'immagine, ci siamo salvati dalle secolari mire espansionistiche di Firenze. Loro, in pochi secoli, sono diventati padroni di tutte le città toscane eccetto quel piccolo territorio in alto a sinistra e questo, siamo sinceri, non gli è mai andato giù. Solo nel 1847, dopo tormentate vicende, siamo stati politicamente costretti ad aderire al Granducato di Toscana ma, fortunatamente, dopo solo 14 anni venne proclamato il regno d'Italia e a Lucca si pronunciò quella frase con la quale inizia questo post. Eravamo diversi dai toscani, ci sentivamo diversi... e forse lo siamo ancora.