Il terremoto del 1914...
Foto

Mia nonna Gina, ogni volta che udiva un boato in lontananza, sgranava gli occhi e restava bloccata in trepidante attesa di qualcosa di terribile fino a quando, dopo pochi secondi, non realizzava il fatto che si trattava di un semplice temporale in avvicinamento. Il terremoto me lo avrà raccontato cento volte e ogni volta vedevo rivivere in lei la paura. Come tante giovani donne lucchesi faceva la sigaraia e, alle 10,19 di martedì 27 ottobre 1914, preceduto da un lungo e sordo boato, tutto cominciò ad ondulare violentemente e poi il movimento tellurico cambiò direzione e la terra sussultò più volte per una durata, apparentemente infinita, di circa 15 secondi. Dalla Manifattura Tabacchi, centinaia di donne uscirono di corsa urlando poi, raggiunto uno spiazzo sicuro, si inginocchiarono invocando la protezione divina... e qualcuno scattò una foto. Quel giorno non rientrò a lavorare ma, insieme ad alcune amiche, si recò in Piazza San Michele a vedere, caduti per le scosse e frantumati in terra, il braccio sinistro ed il globo crociato dell'Arcangelo Michele. Il sisma, di magnitudine 5.8 ebbe l'epicentro nella media valle del Serchio e causò una decina di morti. Poca cosa rispetto ai duecento morti provocati sei anni dopo in Garfagnana dal terremoto di magnitudine 6.5 con epicentro a Nicciano (Piazza al Serchio). Purtroppo la nostra città è soggetta a movimenti tellurici data la vicinanza a zone dove esistono faglie sismiche attive. Secondo gli studi effettuati da INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il più grande “difetto”, se così si può dire, nella scelta del luogo dove è sorta Lucca, è la composizione del terreno che sta sotto di noi. Siamo su una estesa piana alluvionale che, data la sua “morbidezza”, in presenza di onde sismiche reagisce amplificandone la potenza. Comunque, il territorio comunale, in una scala nazionale dove 1 è il massimo pericolo e 4 il minimo, è ufficialmente classificato in zona 3 cioè “Zona che può essere soggetta a forti terremoti ma rari” e, a memoria d'uomo, non si ricordano fenomeni distruttivi. Purtroppo, due o tremila anni di “memoria” e di statistiche, paragonati con l'età del nostro pianeta, sono poca cosa per essere completamente affidabili...