La fossa "Natali"...
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Lucca non ha mai avuto problemi di approvvigionamento idrico e questo fatto ha sicuramente contribuito al suo sviluppo. Da sempre, in lungo ed in largo, la nostra piana è percorsa da innumerevoli ed utili canalizzazioni, tutte provenienti dal nostro fiume, che nei secoli passati erano mantenute in perfetta efficienza dal contado. All'interno delle mura, per l'utilizzo nelle abitazioni, furono scavati numerosi pozzi e ancora oggi, specialmente nelle corti, si possono osservare strutture atte a sorreggere carrucole mediante le quali veniva innalzata l'acqua nelle cucine. Fino dall'anno 1000, prima di arrivare alla creazione del “Pubblico Condotto”, cioè il nostro attuale “fosso”, si ha notizia certa di un canale interno le mura che la percorreva da est ad ovest. La “fossa Natali” arrivava dalla zona di Piazza S. Pietro Somaldi, attraverso le attuali Via Mordini, Via delle Chiavi d'oro, Via S. Andrea, Via Buia e Via Calderia, raggiungeva Piazza S. Michele, dove era attraversata da un ponte di cui si fa menzione in un contratto di vendita del 1169. Da Piazza S. Michele raggiungeva Piazza S. Matteo e poi in Via S. Giustina per uscire dalla città e immettersi nel Serchio, dopo aver attraversato la cortina settentrionale delle mura. Il canale, posizionato al centro delle strade era attraversabile da ponti improvvisati con tavolame di legno ed era dotato di “chiaviche”, cioè manufatti composti da paratie mobili che consentivano di gestire il flusso d'acqua ripartendolo, in caso di necessità, in canali secondari che si ramificavano da quello principale. Riusciamo ad immaginarcelo? Comunque, per molti secoli, la scarsa igiene idrica e la dubbia potabilità dell'acqua furono la causa principale di molte malattie che poterono dirsi debellate solo nel 1822 con la decisione di costruire il famoso acquedotto del Nottolini.